domenica 30 dicembre 2012

Harry Potter (scritto da J.K. Rowling)

I. ... e la pietra filosofale (...and the philosopher / sorcerer 's stone);
II. ... e la camera dei segreti (... and the chamber of secrets);
III. ... e il prigioniero di Azkaban (...and the prisoner of Azkaban);
IV. ...e il calice di fuoco (... and the goblet of fire);
V. ... e l'Ordine della Fenice (... and the Order of the Phoenix);
VI. ... e il Principe Mezzosangue (... and the Half-blood Prince);
VII. ... e i Doni della Morte (... and the Deathly Hallows).

Letto innumerevoli volte. Tutta la serie. Non scriverò molto, perché per dire tutto quello che può insegnare, come la storia sia sviluppata bene fra tutti e 7 i libri, ci vorrebbero davvero troppe righe. Ne hanno fatto i film è vero. Ho anche quelli, ma se davvero volete cogliere quello che è questa storia, dovete leggere i libri. Assolutamente. Oltre alle tante cose tagliate (come per il quarto il C.R.E.P.A. o l'entrata per le cucine!), le scene modificate (come ad esempio la fine!) è proprio come è scritto. Molte scene, molti dialoghi, sono in un certo modo perché trasmettono un tipo di cose, che cambiandole diventano tutt'altro. E in questi libri c'è tutto. Davvero tutto. Oltre all'intreccio della narrazione che è spettacolare, perchè leggi delle cose nel primo che prendono senso che so...nel sesto! E allora ti illumini perché finalmente credi di aver capito e invece SBAM! un altro colpo di scena, e i personaggi sono veramente reali, fatti bene, ti entrano nel cuore! Tutte le storie, tutti i particolari si sentono e acquistano valore. All'inizio quando era uscito non l'ho letto subito. L'inizio non mi aveva preso, e non ho continuato a leggerlo. Poi un'amica mi ha ricattata: dovevo leggere tutto il primo. Solo il primo e lei avrebbe letto il libro che le avevo consigliato io. Mi disse che leggendo quello, avrei letto gli altri tutti di fila (se non sbaglio all'epoca erano usciti i primi due, o tre), ero scettica. E invece, così fu. Lessi il primo, e me ne innamorai! Quindi se avete visto il film e vi è piaciuto, leggete i libri. Se avete visto i film e non vi hanno convinto, leggete i libri. Se non avete mai visto i film, leggete i libri. Mi ha aiutato ad affrontare molte cose nella vita.

venerdì 28 dicembre 2012

Il principe della nebbia (scritto da Carlos Ruiz Zafòn)

Titolo originale: El Prìncipe de la Niebla.

L'ho letto qualche tempo fa, e devo dire che mentre lo leggevo mi trasmetteva l'inquietudine che permea nella storia. È una cosa bella perché vuol dire che è scritto bene. Che ti trasmette quello che stanno vivendo i protagonisti. Ricordo che davvero mi instillava quel senso di terrore, quella paura che serpeggia. Il senso dell'arrivo del pericolo, di un incubo che sembra non finire mai. I paesaggi sono suggestivi, i personaggi approfinditi il giusto, e le scene ti rimangono nella retina. Ancora ora ricordo alcune immagini per come le ho immaginate leggendo. Inoltre quando il protagonista entra nel parco delle statue, davvero ti fa scendere un brivido per come le descrive. Ti sembra di averle davanti e di capire come si deve sentire lui lì in mezzo. E quando ci torna e le sculture sembrano diverse, cambiate...brrr. Continui a leggere, vuoi sapere cosa sta succedendo, cosa succederà, se quello che pensi tu sia quello che poi è. Sì, lo consiglio davvero. Ha quel timbro misterioso e inquietante che ti prende, che ti abbraccia piano piano, senza che tu te ne accorga davvero. Sì, sì. Leggetelo. Lo consiglio.

mercoledì 26 dicembre 2012

Muses (scritto da Francesco Falconi)

Appena appena finito di leggere. Devo dire che mi piace molto come è scritto. Frasi brevi. Arriva subito al dunque. E questo è uno stile che mi piace molto da leggere! Per cui ho subito approvato. Inizialmente la storia non prende. Come dire, è un libro che va in crescendo. In parole molto povere, è una storia che narra di come le Nove Muse siano ancora fra gli uomini, e di come queste si celino in persone apparentemente normali, ma con poteri particolari. Alice è una di queste, è la Musa della Musica. Ancora però non ne è al corrente. Sregolata, piena di tatuaggi e piercing, quello che le interessa è solo cantare e suonare il violino nel suo gruppo rock, i Blood Tears. Ha avuto un' infanzia difficile, e ha un rapporto conflittuale con i genitori. Non vorrei svelare troppo, quindi darò solo qualche indicazione: la storia si snoda a Londra fra zie, Muse, poteri e congreghe. I Pragmatici vogliono sterminare le Muse, poiché fra le loro Eredità c'è anche quella di poter manipolare la mente degli uomini. Ma non saranno i soli a cercare queste antiche ispiratrici. Ci sono rivoluzioni nei ruoli dei personaggi continui, colpi di scena, e arrivi a un certo punto che non ti fidi più di nessun personaggio. Ammetto che Alice mi fa un pò saltare i nervi, è sempre troppo impulsiva per i miei gusti, e sempre troppo arrabbiata (e non lascia parlare le persone a volte, che nervoso!) ma forse solo perché un pò pure io sono così! Quando descrive l'effetto della Musa della Musica però, è veramente come se fossi lì. La vedi suonare o cantare o gridare, e non puoi fare a meno di chiederti: e se fosse davvero così? In fondo gli artisti (di qualsiasi arte si parli) traggono ispirazione da qualcosa, e se quel qualcosa fosse aiutato dalle Muse ormai evolute con i tempi, come riportato in questo romanzo? Mi piace crederlo. Inoltre c'è un personaggio che ho adorato fin da subito: la Musa della Net.Art, Lourdes. Ah, lei sì che mi piace come personaggio! E poi gran cosa la Net.Art! Con questa storia credo che si affronti il tema dell'arte in modo molto diretto: è sempre più difficile trovare persone capaci di essere ispirate. Per qualsiasi tipo di arte quale Scrittura, Danza, Net.Art, Musica, Architettura e via dicendo. Lo trovo quindi, oltre ad essere un romanzo piacevole, un buono spunto per riflettere su come non ci accorgiamo dell'importanza dell'arte nella vita dell'uomo. Siamo talmente impegnati a pensare alle cose materiali, a farci riempire di idee non nostre che ci dimentichiamo di come sia importante l'Arte. Io credo che con Muses, Francesco Falconi ce lo ricordi. Non dimenticate quindi le Muse, non dimenticate l'Arte. Per questo vi conosiglio di leggere questo libro.
P.s. Inoltre mi son sentita fiera quando nel libro nominano il video artista Nam June Paik. L'ho studiato per storia dell'arte contemporanea, e devo dire che anche questo ha acceso il mio interesse.

domenica 23 dicembre 2012

La straordinaria invenzione di Hugo Cabret (scritto da Brian Selznick)

Titolo originale: The Invention of Hugo Cabret.

Questo è davvero una genialata. Ne hanno fatto un film da poco, anche quello molto bello davvero. Ti fa innamorare! E l'attore lo trovo perfetto per la parte di Hugo! Ma il libro è qualcosa di speciale, di straordinario. Oltre alla trama e al fatto che parla di orologi e meccanismi (che io amo particolarmente) è come è sviluppato. Sì perché la narrazione non è esclusivamente fatta di parole, ma anche di illustrazioni. No, non come quelle che possiamo trovare nei racconti di Roald Dahl, ma sono proprio parte del racconto. Troviamo delle parti dove le situazioni, gli avvenimenti non vengono spiegati e raccontati da parole, ma da immagini, come inquadrature. È una cosa eccezionale, magica. Questo bambino rimasto orfano che come lavoro fa manutenzione degli orologi della stazione, nascosto. Era infatti lo zio ad occuparsene, ma un giorno scompare (quell'ubriacone) e Hugo non vuole essere messo chissà dove, e continua il lavoro dello zio, come fosse lui a farlo. Nessuno se ne accorge. Intanto manda avanti un progetto, quello di mettere a posto il robot che trovò il padre prima di morire. Deve mettere a posto il meccanismo. Sembra uno di quei robot che non la chiave e i pezzi giusti, scriverà qualcosa. Un messaggio, un segreto. Così ruba qua e là pezzi per il suo progetto determinato a scoprire i segreti di quello strano oggetto, ma viene pizzicato dal giocattolaio che gli requisisce il taccuino pieno di appunti e disegni. Cominciano così una serie di eventi e incontri particolari. Fra ricordi, e nuove conoscienze Hugo scoprirà molte cose. Avrà un ruolo importante anche il grande George Melies. Non voglio svelare altro. Detta così sembra una cosa sempliciotta, ma vi assicuro che non è così! Si respira l'aria di Parigi, il fascino degli orologi. Non si può non provare qualcosa per il piccolo Hugo e la sua storia, e i colpi di scena sono sempre piacevoli. E i disegni. Ragazzi le illustrazioni rapiscono. È qualcosa di speciale davvero. Non potete perdervelo davvero. Sarebbe proprio un peccato. Davvero, davvero dovete darci un'occhiata!

Il figlio del cimitero (scritto da Neil Gaiman)

Titolo originale: The Graveyard Book.

Gaiman ebbe l'idea negli anni Ottanta, vedendo il proprio figlioletto girare in triciclo per il cimitero. Si delineò allora l'idea di questa storia particolare che però Gaiman non scrisse subito. Non si reputava ancora abbastanza bravo. Dovremo aspettare fino al 2008. La storia narra di Nobody Owens, bambino adottato dagli abitanti del cimitero. La sua famiglia è stata uccisa quando lui era ancora molto piccolo, e gattonando il piccolo Bod riuscì a scappare. Così si ritrovò a vagare per il cimitero e i suoi abitanti decisero di renderlo Cittadino e adottarlo. Il bambino cresce e viene istruito a dovere. Ciò non toglie che Bod sia un essere umano. Lui cresce, cambia e desidera vedere il mondo fuori dal cimitero. Cercano di dissuaderlo, perché fuori da quei cancelli non ha più la protezione del mondo dei morti, e qualcuno là fuori lo sta ancora cercando. Perché? E perché Nobody non può vedere cosa c'è fuori? Sa rendersi invisibile, sa vedere quello che per gli altri non c'è, ma non gli basta. Gaiman mi ha attirato. È una storia scritta bene, e le atmosfere sono veramente suggestive. L'idea è particolare e già ti chiama a sè. Un misto fra magia, mistero, avventura. Il tutto condito da qualche illistrazione perfetta per quelle parole. Riesce a farti entrare in un mondo seppur lasciandoti spettatore. Come dire, tu non hai la Cittadinanza e personalmente è come se avessi questa splendida possibilità di capirne comunque qualche segreto seguendo la storia di Bod. Ciò non toglie che tu non potrai mare vedere con i tuoi occhi perché non puoi. Non è fra i tuoi diritti. Non so se riesco a spiegarmi, ma credo sia una cosa fantastica.

Quell'anno a Dublino (scritto da Ann Carroll)

Titolo originale: Rosie's Troubles.

Eccoci. Leggendo questo libro, mi sono poi andata a documentare sulla storia d'Irlanda, precisamente della guerra d'indipendenza degli anni '20. E credetemi, mi ha salvato un'interrogazione di storia alle superiori! Non stavamo studiando quel secolo, ma sapendo grazie a questo romanzo le condizioni di vita in Iranda in quegli anni, li ho comparati a quelle del secolo che stavamo studiando, e non avendo ripassato troppo, mi son salvata facendo un bel confronto! Ma a parte questo che non è importante, questo libro oltre ad essere scorrevole e piacevole, mi ha colpito al punto da farmi fare ricerche storiche. Non mi succede spesso! Comunque, tornando al libro e alla sua trama, narra di una bambina che deve fare una ricerca per la scuola. Non è molto entusiasta, i suoi genitori sono partiti e lei deve rimanere dalla nonna a sentire le solite storie. Ma accade una cosa strana. La nonna accende l'interesse della nipote, raccontandole di un'Irlanda a lei sconosciuta (appunto quella anni '20) e di una sua amica di cui non ha più avuto notizie. Rosie decide quindi di fare qualche ricerca e scoprire cosa è successo all'amica della nonna. Accade però qualcosa di veramente particolare. Rosie si ritrova catapultata in una Dublino sconosciuta, povera e in piena guerra. Si ritroverà in quel periodo dove Michael Collins e i suoi Apostoli scatenano la violenta reazione dei militari inglesi, e si ritroverà faccia a faccia con sua nonna. Vedrà con i propri occhi la povertà, gli stenti, la paura e le ingiustizie. E scoprirà molte cose. Questa esperienza cambierà senza dubbio la vita di Rosie, e anche di chi legge questa storia! È un libro che mi è rimasto nel cuore. Ancora oggi cerco notizie su Michael Collins, sui suoi Apostoli, su quella giornata chiamata Bloody Sunday. Oltre ad essere una bella storia, è anche un bello scorcio su di un periodo storico del quale in Italia non si parla molto, se non per niente. Io credo che sia invece importante sapere non solo la storia che tocca il nostro paese, ma altrettanto bene quelle degli altri, anche se ritenute forse meno importanti. Non lo sono. Quando lo lessi la prima volta, ricordo di essere rimasta male da quello che avevo letto. Ne avevo sentito parlare, ma mai era stato approfondito. Quasi mi vergognavo di non sapere. E allora ho cercato per i fatti miei. Per questo consiglio di leggerlo!

sabato 22 dicembre 2012

Alice nel paese della Vaporità (scritto da Francesco Dimitri)

Fra tutte le rivisitazioni, questo mi ha veramente colpito. È molto particolare, e tratta anche di mondi paralleli (anche se non è corretto chiamarli così, se lo leggerete ve ne accorgerete). Ci sono come due storie. Ben, affetto da sindrome di Alice nel paese delle meraviglie, che legge questo manoscritto inviato "a puntate" via mail da un mittente sconosciuto. Bè, inizialmente non era entusiata, come dice lui molti hanno scritto traendo spunto dalla piccola Alice, ma questo lo colpisce particolarmente. Siamo quindi fra due mondi, quello di Ben e quello dell'Alice Liddell del racconto. Questa Alice vive in una Londra frutto di un intreccio fra periodo vittoriano e futuristico. È un'antropologa e decide di andare, annoiata dalla vita monotona di Londra, nelle Steamland, che è tutto ciò che è fuori Londra. Sono paesaggi immersi appunto in questa Vaporità, che è una sorta di allucinogeno, e dove vivono creature strane, mutanti, vampiri e dove vengono buttati i rifiuti tecnologici della città. Nessuno sa esattamente cosa succeda lì, perché nessuno è mai tornato per raccontarlo. La storia nella storia, si snoda quindi fra questi mutanti, questi personaggi. Incontrerà la versione del Gatto del Cheshire (Stregatto), del bruco blu, del dodo, della regina e così andare. È tutto però molto criptico, molto macabro a volte, e crudo. Non voglio svelare di più, rischierei di rovinare i colpi di scena. Ma trovo questo libro molto interessante. Gli intrecci narrativi sono fantastici! Come passa da Ben ad Alice, come all'inizio non ci sia nessun collegamento apparente, come poi si sviluppa la storia, e come abbia tramutato questa storia, ormai conosciuta da molti (anche se ahimè principalmente nella versione cartoon Disney....leggete i due libri!). Una visione nuova, un finale non troppo unico, ma originale! Mi ha talmente colpito, che per la mia tesi ne ho dovuto parlare.

giovedì 20 dicembre 2012

Il Giardino Segreto (scritto da F.H. Burnett)

Titolo originale: The secret garden.

Premetto che ho amato il film (contrariamente al solito visto prima di aver letto il romanzo). Oltre alla storia, ero affascinata dai luoghi, da quel senso di magia e mistero. Quando ho preso il libro, impaziente di leggere, sapevo che non mi avrebbe deluso. Avevo ragione. Non solo non mi ha deluso, ma ho scoperto che ha arricchito quello che già mi aveva fatto provare la versione cinematografica. Mary è ancora più scontrosa, e viene descritto molto il cambiamento che fa non solo psicologico, ma anche fisico. I capelli prima sciupati, piano piano iniziano a splendere, le guance scavate a prendere vita, e conosce per la prima volta l'amore, l'amicizia, la felicità. Anche la situazione con i genitori in India è chiara e concisa: non la vogliono, e per giorni si scordano della sua presenza, tanto che quando la trovano è rimasta sola, non c'è più nessuno in quella grande casa. Quindi parte da un abbandono. La scoperta del giardino, dei segreti della casa, di un cugino diverso e uguale allo stesso tempo, di un amico prezioso, del rapporto con la natura e gli animali. Vieni trasportato nella brughiera, ti senti vicina a quella Mary che urla contro il cugino che non sta per morire, ma fa solo i capricci. È tutto visto dallo sguardo di un bambino: è tutto naturale, è tutto una curiosità, è tutto una scoperta. Il giardino segreto diventa per la bambina una sorta di terapia. Curarsi di fiori, di terra, di qualcosa che sembra morta e che è stata dimenticata per anni e che invece è ancora piena di vita, pronta a rinascere. Anche la scrittura è scorrevole, e si legge volentieri. Ti fa sorridere.

mercoledì 19 dicembre 2012

Hunger Games (scritto da Suzanne Collins)

Allora, li ho letti tutti e tre in poco tempo. Perché è vero, ti prende al punto che devi continuare. In questo caso però, è proprio questione di come è scritto. Forse devo spiegarmi. Bene, mi è piaciuta la trilogia, e l'idea è veramente bella. Questi distretti costretti (la rima! ahahah!) a sacrificare ogni anno due ragazzi (un maschio e una femmina) per gli Hunger Games appunto: i giochi della fame. Tutto per il divertimento di Capitol City, dove ci stanno i ricconi, che non devono sacrificare nessuno e si divertono a vedere i Giochi. Questi consistono nel lasciare questi ragazzi in un'arena (ogni anno diversa) dove dovranno uccidersi. Il vincitore sarà colui che riesce a rimanere in vita. Tutto questo è circondato da business televisivo, intrattenimento a costo delle vite di ragazzini, e tutto per ricordare ai distretti che Capitol City comanda. Che la ribellione svoltasi anni addietro è la causa di tutto questo. Non ci si deve ribellare. Bene, semplificato è questo. Katniss andrà in arena, volontaria per evitare la sorte alla sorella. Si parla di amore, ribellione, di potere. Mi è piciuto, davvero, però qualcosa non mi ha proprio quadrato. Alcune cose verso la fine, non filano troppo bene (ehi, questo secondo il mio parere!) e alcuni personaggi non sono resi al meglio. Alcuni, come la protagonista, sono descritti bene e visti a 360 gradi, ma altri sono meno corposi...più bidimensionali, malgrado siano interessanti! Non so, ho notato questa cosa che mi ha pungolato un pò per tutta la lettura. Non posso fare appunti più specifici, perché non vorrei assolutamente fare spoiler! Però ehi, comunque lo consiglierei come lettura, soprattutto per i temi toccati!

La vera storia di Charlotte Doyle (scritto da Avi)

Titolo originale: The true confessions of Charlotte Doyle. 

È stato uno di quei libri che ho letto mille volte. Da quando era ragazzina ad oggi. Perché ogni volta riesce a trasmettermi una forza, una voglia di lottare e di giustizia (ecco da dove arriva il mio senso di giustizia!) che solo lui può fare. È ambientato nei primi anni dell' '800 e una ragazzina di 13 anni deve raggiungere la famiglia oltreoceano. Si imbarca su di una nave mercantile (proprietà del padre), ma non trova la famiglia che con lei avrebbe dovuto compiere la traversata. Si ritrova così, giovane signorina impaziente di diventare una dama, sola con l'equipaggio. Si aggrappa all'unica persona che pensa sia alla sua altezza, il comandante. Dallo sconforto iniziale, inizià però ad affezionarsi agli allegri marinai, e annota tutto sul diario regalatole dal padre (attenta all'ortografia!). La propria lealtà verso il capitano, le farà tradire l'equipaggio. Stavano cercando di ribellarsi al comandante e quella marmocchia li aveva traditi. Charlotte conosce quindi la furia del comandante, e il suo senso di giustizia, il suo sentirsi in colpa e la sua intelligenza le suggeriscono una sola strada: diventare un marinaio. Il capitano aveva ucciso uno dell'equipaggio come esempio per gli altri, un posto era libero. Non viene accettata subito, ma lavorerà duro. Una promessa è una promessa. Adoro questa ragazza. Inizialmente la strozzeresti, ma poi pensi all'epoca in cui è ambientato, e quando diventa un marinaio... ragazzi, lei sì che è una persona con la P maiuscola. Un'eroina, un esempio. Ah sì, un esempio che dovremmo seguire anche oggi. Il coraggio di ribellarsi al suo stato sociale, agli ideali che fino a qualche ora prima erano anche i suoi. Ha avuto il coraggio, una 13enne, di rivedere la sua posizione poiché ha capito che qualcosa non l'aveva capita, ma semplicemente accettata in precedenza. Invece che chiudere gli occhi e finire il viaggio sotto la protezione del comandante, li apre bene e si unisce a una banda di uomini, al duro lavoro, al dormire in branda, ai turni, e alla furia del comandante che sembra volerla ammazzare di fatica. Senza lamentarsi, non poteva farlo. Non ne aveva il diritto. Anche in questa storia c'è mistero, intrighi, ribellione, giustizia. E avventura! Dopo aver letto questo libro, ero decisa a diventare pure io un marinaio. Volevo aggregarmi alla ciurma, lavorare fra le sartie, parlare in gergo e sentire il vento fra i capelli e il sole scurirmi la pelle (sarebbe un miracolo per la mia pelle porcellana!). Quanti valori sono racchiusi in questo racconto. Dovreste leggerlo.

Red; Blue; Green. La trilogia delle Gemme (scritto da Kerstin Gier)

Titolo originale: Rubinrot; Saphirblau; Smaragdgrun.

Premettiamo che spesso i titoli in italiano mi lasciano interdetta. Quindi consiglio: leggete sempre il titolo originale, vi aprirà un mondo! Anche in casi come questo, dove i titoli sono in tedesco! Comunque, torniamo alla trilogia. Letta in tre giorni. L'ho incontrata per caso in biblioteca. Mi ha colpito, e quando la bibliotecaria mi ha sorriso e detto che erano bellissimi, la mia curiosità è salita alle stelle! Quel libro mi ha proprio chiamato a sè. La storia è un pò complicata e piena di intrecci (ah! mi sono divertita come una matta con quella rete di avvenimenti e incastri!). Possiamo dire che a grandi linee, parte con una ragazza che scopre di essere la dodicesima, nonché ultima, Viaggiatrice nel Tempo. In realtà tutta la famiglia era convinta fosse la cugina la prescelta (i motivi vengono poi spiegati tutti, vi assicuro!) ed è quindi stata preparata a questo, ma si sbagliavano. Gwendolyn è ironica, disprezza i Guardiani che la guardano come una sciocca e come se dovesse tradire il segreto da un momento all'altro, e non sopporta (ah, come no!) l'altro Viaggiatore nel Tempo, Gideon. Per essere certi che non si catapultassero nel passato chissà quando e chissà dove, i Viaggiatori hanno il Cronografo (custodito dai Guardiani, eccoli qua!). Per farlo funzionare bisogna immettere il proprio sangue in esso, e ogni volta che si "trasmigra" cedergli una goccia di sangue. Il loro compito è quello di raccogliere il sangue di tutti i viaggiatori precedenti (poiché il primo Cronografo è stato trafugato da due viaggiatori qualche anno prima, senza apparente motivo) sotto ordini di uno strano Conte, colui che ha inventato il cronografo, un viaggiatore nel tempo del '700. Sembra però che nessuno si fidi di Gwendolyn, e questo non la farà certo stare zitta. Inoltre la ragazza ha un altro segreto da custodire: può vedere e parlare con pesone morte. Fra profezie, Conti misteriosi, viaggi nel tempo, costumi per i viaggi, intrighi, segreti, amori, ironia (tanta ironia!) e sangue si è immersi in un mondo che non può che travolgervi. Davvero, non potevo fare a meno di leggere. Si passa dagli anni '20 ai '50 al '700 e ogni ambientazione storica è descritta in modo fedele. Tutte le domande hanno risposta, e spesso scoppiavo a ridere mentre leggevo, sotto lo sguardo allibito di mia mamma. Rileggendo la mia trama, capisco che possa sembrare un pò complicato e forse non troppo convincente. Non fatevi ingannare, sono solo ansiosa di farvi correre a leggere questa trilogia (se viaggi nel tempo, intrighi e piccole ribellioni strategiche vi ispirano!). Leggetelo vi prego!
P.s. sta uscendo il film in Germania (e Russia mi pare). Spero vivamente esca pure in Italia!

La stella nera di New York (scritto da Libba Bray)

Titolo originale: The Diviners.

Qualche settimana fa ho letto questo romanzo. Come per "Il seggio vacante", l'ho acquistato sulla fiducia, avevo già letto e amato la precedente trilogia (La trilogia di Gemma Doyle: Una grande e terribile bellezza; Angeli ribelli; La rivincita di Gemma, per chi fosse interessato!). Mi piace molto la Bray, le sue ambientazioni storiche passate sono affascinanti. Se nella prima trilogia troviamo una Londra di fine Ottocento, in questa nuova serie affrontiamo la New York anni '20. Fantastica. La storia si snoda fra uno strano museo (simpaticamente chiamato Museo del Brivido), ragazzi con talenti molto particolari, demoni, leggende e omicidi. I personaggi sono corposi, le ambientazioni descritte in modo ammirevole, e quel tocco noir e macabro della Bray è la ciliegina sulla torta. La protagonista la odi e la ami equalmente, ma non puoi che restarne affascinato. Davvero, è come quelle persone che dici: beh, si comporta a volte in modo che non mi piace, ma wow è tosta! E non puoi fare altro che seguirla. Gi argomenti sono molti, le scene cambiano al momento giusto. Ha solo un piccolo difetto. È il primo di una serie! Ora mi toccherà aspettare per i prossimi chissà quanto. Libba Bray, sbrigati.

lunedì 17 dicembre 2012

Il seggio vacante (scritto da J.K. Rowling)

Titolo originale: The Casual Vacancy.

Ho appena finito di leggerlo. L'ho preso sulla fiducia, avendo già letto Harry Potter ( e adorandoli tutti e sette), e la storia mi sembrava abbastanza intrigante. Mi sbagliavo, era molto di più. In questo nuovo romanzo ho trovato temi a me cari, personaggi vivi, veri. Ho pensato che uscendo dalla porta di casa, avrei potuto incontrare uno di loro. Come le ipocrisie, le situazioni e le ingiustizie. Ragazzi, è davvero un bel libro. Oltre ad essere scritto bene (sinceramente non avevo dubbi, ma sorvoliamo) è uno di quei testi che ti fa riflettere. E perché no, forse per alcune persone, e alcune situazioni vergognare. Sì vergognare perché a volte, diciamo la verità, siamo tutti un pò ipocriti. In poche parole, se volete aprire gli occhi, leggete questo libro. Garantito.