Titolo originale: The Invention of Hugo Cabret.
Questo è davvero una genialata. Ne hanno fatto un film da poco, anche quello molto bello davvero. Ti fa innamorare! E l'attore lo trovo perfetto per la parte di Hugo! Ma il libro è qualcosa di speciale, di straordinario. Oltre alla trama e al fatto che parla di orologi e meccanismi (che io amo particolarmente) è come è sviluppato. Sì perché la narrazione non è esclusivamente fatta di parole, ma anche di illustrazioni. No, non come quelle che possiamo trovare nei racconti di Roald Dahl, ma sono proprio parte del racconto. Troviamo delle parti dove le situazioni, gli avvenimenti non vengono spiegati e raccontati da parole, ma da immagini, come inquadrature. È una cosa eccezionale, magica. Questo bambino rimasto orfano che come lavoro fa manutenzione degli orologi della stazione, nascosto. Era infatti lo zio ad occuparsene, ma un giorno scompare (quell'ubriacone) e Hugo non vuole essere messo chissà dove, e continua il lavoro dello zio, come fosse lui a farlo. Nessuno se ne accorge. Intanto manda avanti un progetto, quello di mettere a posto il robot che trovò il padre prima di morire. Deve mettere a posto il meccanismo. Sembra uno di quei robot che non la chiave e i pezzi giusti, scriverà qualcosa. Un messaggio, un segreto. Così ruba qua e là pezzi per il suo progetto determinato a scoprire i segreti di quello strano oggetto, ma viene pizzicato dal giocattolaio che gli requisisce il taccuino pieno di appunti e disegni. Cominciano così una serie di eventi e incontri particolari. Fra ricordi, e nuove conoscienze Hugo scoprirà molte cose. Avrà un ruolo importante anche il grande George Melies. Non voglio svelare altro. Detta così sembra una cosa sempliciotta, ma vi assicuro che non è così! Si respira l'aria di Parigi, il fascino degli orologi. Non si può non provare qualcosa per il piccolo Hugo e la sua storia, e i colpi di scena sono sempre piacevoli. E i disegni. Ragazzi le illustrazioni rapiscono. È qualcosa di speciale davvero. Non potete perdervelo davvero. Sarebbe proprio un peccato. Davvero, davvero dovete darci un'occhiata!
Questo è davvero una genialata. Ne hanno fatto un film da poco, anche quello molto bello davvero. Ti fa innamorare! E l'attore lo trovo perfetto per la parte di Hugo! Ma il libro è qualcosa di speciale, di straordinario. Oltre alla trama e al fatto che parla di orologi e meccanismi (che io amo particolarmente) è come è sviluppato. Sì perché la narrazione non è esclusivamente fatta di parole, ma anche di illustrazioni. No, non come quelle che possiamo trovare nei racconti di Roald Dahl, ma sono proprio parte del racconto. Troviamo delle parti dove le situazioni, gli avvenimenti non vengono spiegati e raccontati da parole, ma da immagini, come inquadrature. È una cosa eccezionale, magica. Questo bambino rimasto orfano che come lavoro fa manutenzione degli orologi della stazione, nascosto. Era infatti lo zio ad occuparsene, ma un giorno scompare (quell'ubriacone) e Hugo non vuole essere messo chissà dove, e continua il lavoro dello zio, come fosse lui a farlo. Nessuno se ne accorge. Intanto manda avanti un progetto, quello di mettere a posto il robot che trovò il padre prima di morire. Deve mettere a posto il meccanismo. Sembra uno di quei robot che non la chiave e i pezzi giusti, scriverà qualcosa. Un messaggio, un segreto. Così ruba qua e là pezzi per il suo progetto determinato a scoprire i segreti di quello strano oggetto, ma viene pizzicato dal giocattolaio che gli requisisce il taccuino pieno di appunti e disegni. Cominciano così una serie di eventi e incontri particolari. Fra ricordi, e nuove conoscienze Hugo scoprirà molte cose. Avrà un ruolo importante anche il grande George Melies. Non voglio svelare altro. Detta così sembra una cosa sempliciotta, ma vi assicuro che non è così! Si respira l'aria di Parigi, il fascino degli orologi. Non si può non provare qualcosa per il piccolo Hugo e la sua storia, e i colpi di scena sono sempre piacevoli. E i disegni. Ragazzi le illustrazioni rapiscono. È qualcosa di speciale davvero. Non potete perdervelo davvero. Sarebbe proprio un peccato. Davvero, davvero dovete darci un'occhiata!
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