Titolo originale: The true confessions of Charlotte Doyle.
È stato uno di quei libri che ho letto mille volte. Da quando era ragazzina ad oggi. Perché ogni volta riesce a trasmettermi una forza, una voglia di lottare e di giustizia (ecco da dove arriva il mio senso di giustizia!) che solo lui può fare. È ambientato nei primi anni dell' '800 e una ragazzina di 13 anni deve raggiungere la famiglia oltreoceano. Si imbarca su di una nave mercantile (proprietà del padre), ma non trova la famiglia che con lei avrebbe dovuto compiere la traversata. Si ritrova così, giovane signorina impaziente di diventare una dama, sola con l'equipaggio. Si aggrappa all'unica persona che pensa sia alla sua altezza, il comandante. Dallo sconforto iniziale, inizià però ad affezionarsi agli allegri marinai, e annota tutto sul diario regalatole dal padre (attenta all'ortografia!). La propria lealtà verso il capitano, le farà tradire l'equipaggio. Stavano cercando di ribellarsi al comandante e quella marmocchia li aveva traditi. Charlotte conosce quindi la furia del comandante, e il suo senso di giustizia, il suo sentirsi in colpa e la sua intelligenza le suggeriscono una sola strada: diventare un marinaio. Il capitano aveva ucciso uno dell'equipaggio come esempio per gli altri, un posto era libero. Non viene accettata subito, ma lavorerà duro. Una promessa è una promessa. Adoro questa ragazza. Inizialmente la strozzeresti, ma poi pensi all'epoca in cui è ambientato, e quando diventa un marinaio... ragazzi, lei sì che è una persona con la P maiuscola. Un'eroina, un esempio. Ah sì, un esempio che dovremmo seguire anche oggi. Il coraggio di ribellarsi al suo stato sociale, agli ideali che fino a qualche ora prima erano anche i suoi. Ha avuto il coraggio, una 13enne, di rivedere la sua posizione poiché ha capito che qualcosa non l'aveva capita, ma semplicemente accettata in precedenza. Invece che chiudere gli occhi e finire il viaggio sotto la protezione del comandante, li apre bene e si unisce a una banda di uomini, al duro lavoro, al dormire in branda, ai turni, e alla furia del comandante che sembra volerla ammazzare di fatica. Senza lamentarsi, non poteva farlo. Non ne aveva il diritto. Anche in questa storia c'è mistero, intrighi, ribellione, giustizia. E avventura! Dopo aver letto questo libro, ero decisa a diventare pure io un marinaio. Volevo aggregarmi alla ciurma, lavorare fra le sartie, parlare in gergo e sentire il vento fra i capelli e il sole scurirmi la pelle (sarebbe un miracolo per la mia pelle porcellana!). Quanti valori sono racchiusi in questo racconto. Dovreste leggerlo.
È stato uno di quei libri che ho letto mille volte. Da quando era ragazzina ad oggi. Perché ogni volta riesce a trasmettermi una forza, una voglia di lottare e di giustizia (ecco da dove arriva il mio senso di giustizia!) che solo lui può fare. È ambientato nei primi anni dell' '800 e una ragazzina di 13 anni deve raggiungere la famiglia oltreoceano. Si imbarca su di una nave mercantile (proprietà del padre), ma non trova la famiglia che con lei avrebbe dovuto compiere la traversata. Si ritrova così, giovane signorina impaziente di diventare una dama, sola con l'equipaggio. Si aggrappa all'unica persona che pensa sia alla sua altezza, il comandante. Dallo sconforto iniziale, inizià però ad affezionarsi agli allegri marinai, e annota tutto sul diario regalatole dal padre (attenta all'ortografia!). La propria lealtà verso il capitano, le farà tradire l'equipaggio. Stavano cercando di ribellarsi al comandante e quella marmocchia li aveva traditi. Charlotte conosce quindi la furia del comandante, e il suo senso di giustizia, il suo sentirsi in colpa e la sua intelligenza le suggeriscono una sola strada: diventare un marinaio. Il capitano aveva ucciso uno dell'equipaggio come esempio per gli altri, un posto era libero. Non viene accettata subito, ma lavorerà duro. Una promessa è una promessa. Adoro questa ragazza. Inizialmente la strozzeresti, ma poi pensi all'epoca in cui è ambientato, e quando diventa un marinaio... ragazzi, lei sì che è una persona con la P maiuscola. Un'eroina, un esempio. Ah sì, un esempio che dovremmo seguire anche oggi. Il coraggio di ribellarsi al suo stato sociale, agli ideali che fino a qualche ora prima erano anche i suoi. Ha avuto il coraggio, una 13enne, di rivedere la sua posizione poiché ha capito che qualcosa non l'aveva capita, ma semplicemente accettata in precedenza. Invece che chiudere gli occhi e finire il viaggio sotto la protezione del comandante, li apre bene e si unisce a una banda di uomini, al duro lavoro, al dormire in branda, ai turni, e alla furia del comandante che sembra volerla ammazzare di fatica. Senza lamentarsi, non poteva farlo. Non ne aveva il diritto. Anche in questa storia c'è mistero, intrighi, ribellione, giustizia. E avventura! Dopo aver letto questo libro, ero decisa a diventare pure io un marinaio. Volevo aggregarmi alla ciurma, lavorare fra le sartie, parlare in gergo e sentire il vento fra i capelli e il sole scurirmi la pelle (sarebbe un miracolo per la mia pelle porcellana!). Quanti valori sono racchiusi in questo racconto. Dovreste leggerlo.
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