venerdì 28 novembre 2014

Dance Dance Dance (scritto da Haruki Murakami)

Titolo originale: Dansu Dansu Dansu

È un sogno che guida il protagonista (che per tutto il libro rimane senza nome, bellissimo!) a tornare in un vecchio albergo nel quale era stato insieme a una donna tempo prima. L'Albergo del Delfino. Lui è un giornalista freelance stufo in realtà della solita routine. Nel sogno qualcuno, qualcosa lo chiama. Scopre che proprio quella donna, quella che incontrava a pagamento in quel misero hotel è morta. La cosa lo incuriosisce e deve indagare. Il vecchio albergo è stato sostituito da una catena di lusso, ma il nome quello è rimasto. Decide quindi di prendere una camera, anche se nulla è rimasto dell'atmosfera che si respirava prima. È qui che conosce la nervosa receptionist e qualcosa in lei lo cattura. È qui che incontra una ragazzina con poteri paranormali che sembra affezionarsi in modo strano a lui. È in questo periodo che si riconcilia a un suo vecchio compagno di classe ora famoso attore, grazie a qualcosa che li unisce tutti e due a quella donna ormai morta. Più indaga più ci sono dubbi e strani accadimenti. Come una vita parallela, come se un altro mondo entrasse in contatto con lui in una distorsione del tempo e dello spazio. Dallo straordinario modo di scrivere di Murakami scaturisce una storia misteriosa e con quel sapore noir sospeso, che ti lascia a metà respiro fino alla fine. Un libro da leggere e da vivere.

Middlesex (scritto da Jeffrey Eugenides)

Titolo originale: Middlesex

Dopo più di un anno, rieccomi qui. Questa estate ho deciso che devo leggere tutti quei libri che ho comprato ma sempre rimandato in questi anni. Così ho letto Middlesex. Calliope è una normale ragazzina, ma qualcosa sembra essere diversa nei suoi geni e sono questi che fanno di lei un raro ermafrodito. Ora si fa chiamare Cal. Comunque inizia qui il viaggio nella memoria, nella storia della sua famiglia o più precisamente della nonna e del nonno, alla ricerca di quel punto del proprio albero genealogico che ha creato quell'ingarbuglio di geni. È una storia che parte dalla Grecia e che ha qualcosa di straordinario. Il punto è lo strano legame fra la nonna e il fratello, un legame che va un po' oltre a quello puramente fraterno. Sinceramente non vorrei descrivervi troppo la trama, anche perché altrimenti vi svelerei mezzo libro! Ah, Middlesex è il nome della casa nella quale Calliope e la famiglia vanno a vivere dopo le sommosse di Detroit. Il romanzo è diviso in due libri. La scrittura è schietta e cruda e si legge con un filo di gas. Dopo la storia dei nonni, si entra in quella più diretta di Calliope / Cal, dove si cresce prima con lei per arrivare a lui. Non c'è niente di vergognoso, ma molto di umano, di vero. Credo però che se si ha problemi con questo tipo di argomenti, come quello dell'incesto o dell'identità di genere, sia meglio non leggerlo o meglio che prima di leggerlo sappiate di cosa andrete a leggere. Però non è detto che se abbiate idee contrarie a tutto questo non possiate leggerlo, anzi. È comunque qualcosa in più. Quindi credo che in ogni caso sia un bene leggerlo.

martedì 23 luglio 2013

Sono nel tuo sogno (scritto da Isabel Abedi)

Titolo originale: Lucian

Tralasciando anche in questa occasione l'orrenda traduzione del titolo, parliamo del libro. Alcuni spunti mi sono piaciuti, come il fatto che la protagonista, Rebecca, abbia due madri. Janne è la madre naturale, Spatz è la sua compagna e tutte e tre vivono assieme ad Amburgo. Il padre invece vive a Los Angeles con la sua nuova famiglia. Inoltre è scritto davvero bene. Scorrevole, e la costruzione dei periodi è intrigante. Non manca l'ironia, e comunque la storia è a suo modo particolare. Il punto che non mi fa dare pieni voti è l'eccessivo romanticismo. È un commento molto personale, è probabile che per chiunque altro sia proprio questo punto a renderlo davvero davvero meritevole. Per questo mi sento in dovere di descrivere un po' la trama, potrebbe essere proprio il libro che cercavate, e non vorrei essere io a mettervi qualche minimo dubbio. Come già detto la protagonista è Rebecca, una ragazza che vive ad Amburgo con le sue due mamme e adora nuotare. Durante una delle serate dedicate alle tre ragazze della famiglia, Becky sente come un piccolo strappo dentro di sè. Non sa spiegare cosa sia, ma da quel momento si sente terribilmente sola. Affacciata alla finestra scorge uno strano ragazzo in strada e sembra che stia guardando proprio lei. Ma la cosa che più stupisce Rebecca è come si senta al sicuro e completa in presenza del misterioso ragazzo anziché spaventata. Lo incontrerà più volte, e la sensazione è sempre la stessa: quando c'è lui vicino si sente bene, quando lui è lontano è come se le mancasse qualcosa, come se provasse un piccolo dolore. Lui è Lucian, non ha passato non sa chi è e prova le stesse sensazioni di Rebecca. Questa è l'unica certezza che ha. Si scoprirà quindi il mistero attorno a questo ragazzo e al forte legame che lega i due. I dubbi di Rebecca e dei suoi amici più cari, la madre che sembra sapere qualcosa e per la prima volta sembra mentire alla figlia e proteggerla eccessivamente. Sogni premonitori, sogni particolarmente inquietanti. Sì perché Lucian trova Rebecca grazie ai propri sogni. Insomma, mi fermo qui per non svelare troppo, ma il mistero e gli intrecci sono all'ordine della trama. Come già detto è un romanzo interessante, ma per il mio gusto personale un po' troppo romantico. Per cui se siete per il romanticismo, il mistero e gli intrighi, è il libro per voi!

giovedì 27 giugno 2013

Racconti dell'età del jazz (scritti da F. S. Fitzgerald)

Titolo originale: Tales of the Jazz Age

Raccolta di racconti di Fitzgerald. Sono tutti stati pubblicati precedentemente e separatamente, in anni e riviste diversi. Poi li ha riuniti in un unico volume con una piccola introduzione prima di ognuno. Se prima pensavo di amare Il grande Gatsby, ora so che amo proprio la scrittura e l'essere di Fitzgerald. "È un genio!... No fantastico!... Graaaande!" questo pensavo sogghignando mentre leggevo anche solo l'introduzione di poche righe da lui scritta. E i racconti...pazzeschi. Ritornano (o meglio, questi sono precedenti, quindi diciamo che iniziano ad esserci) i temi che già avevo intercettato in Gatsby. I personaggi femminili, il proibizionismo, l'alcol e le feste. L'amore, l'uomo disperato, la società e come è l'essere umano. A volte il peggio, a volte il meglio. Ogni racconto ha il suo fascino, e mi son sentita bene leggendoli. Bene perché mi sembrava che chi avesse scritto quei racconti, sempre e comunque aveva qualcosa da dire, e fosse lì. E quando scoprivo gli aneddoti dalle introduzioni, capivo che era davvero così. E che avrei davvero voluto conoscerlo. Mi sarei troppo divertita! Vorrei citare ad esempio le righe che precedono il racconto La vasca azzurra:

«Scrive per qualche rivista?» chiese la ragazza.
«Oh, certo» dissi. «Ho pubblicato alcuni racconti e commedie sullo "Smart Set", per esempio...»
La ragazza rabbrividì.
«Lo "Smart Set"!» esclamò. «Ma come è possibile! Un giornale che pubblica tutta quella robaccia su ragazze nelle vasche da bagno azzurre e scemenze del genere...»
Ebbi allora la gioia sublime di dirle che si riferiva probabilmente alla Vasca Azzurra uscito proprio sullo "Smart Set" parecchi mesi prima.

Come si fa a non stimarlo?! È perfetto anche nelle parole e nella forma che sceglie!
Di seguito vi scrivo i racconti che sono presenti in questo volume, e sì, alcuni li riconoscerete!

-Il fannullone
-La parte posteriore del cammello
-Primo maggio
-La vasca azzurra
-Il diamante grosso come l'Hotel Ritz
-Il caso singolare di Benjamin Button (sì, intendevo questo!)
-Tarquinio a Cheapside
-La strega dai capelli rossicci
-La feccia della felicità
-Il signor Icky
-Jemina, ragazza di montagna

Consiglio vivamente quindi di leggerli, perché credo che davvero ci si perda qualcosa non facendolo.   

sabato 8 giugno 2013

La casa stregata e L'orrore a Red Hook (scritti da Howard P. Lovecraft)

Titolo originale: The shunned house; The horror at Red Hook

Sono due racconti di Lovecraft che ho trovato stampati assieme. Il primo è raccontato in prima persona, mentre il secondo in terza. In tutti e due sono protagonisti, oltre a forze sovrannaturali e demoniache, delle strutture. In La casa stregata è ovviamente una casa. Sembra che chiunque ci abbia vissuto sia deperito e poi morto. E così il protagonista, insieme allo zio, vuole capire cosa si nasconde dietro queste dicerie. Quello che mi ha colpito è stato lo scetticismo del protagonista. C'è quindi una spiegazione scientifica per quel che vede. Ammette che è qualcosa di soprannaturale, ma ci trova anche una spiegazione chimica. Ed è proprio questa la sua arma. Nel secondo racconto invece il protagonista è un poliziotto che davanti alle mura di un alto palazzo inizia a urlare e a comportarsi in modo strano. Questo a causa di un vecchio caso nel quale si trovò coinvolto, dove appunto si parla anche di Red Hook un casermone di mattoni, dove personaggi strani e strane scritti e rituali prendono forma. Anche in questo caso lui non ha potuto raccontare tutta la verità sulla sua terrorizzante esperienza, poiché non sarebbe stato creduto. E forse tutti e due volevano dimenticare. Inoltre in tutti e due i racconti si fa accenno ad Edgar Allan Poe. Ho anche apprezzato in La casa stregata, quando si fanno cenni a Exeter, e a certe credenze....ricordate? Dracula, sì! E infatti chi muore in quella casa, muore dopo essersi "sciupato", dopo aver sofferto di una strana anemia.
Mi ha colpito anche l'amore per i dettagli (anche storici o bibliografici) e appunto la puntigliosità (esiste questa parola?!) scientifica e chimica. Però devo ammettere che in generale, non mi ha colpito abbastanza. Mi ha attratto, ma dopo averlo letto non mi ha riempito tanto quanto altri libri o racconti che ho letto. Forse dovrei rileggerli più avanti, in un altro momento. Ah, inoltre è importante la traduzione. Una volta mia sorella lesse un libro e non le piacque per nulla. Poi lo trovò con un'altra traduzione e curiosa lo rilesse. Le piacque molto! Per questo avviso anche voi: cercate di capire se è o meno una buona traduzione, non si sa mai! Ci potremmo perdere delle perle di letteratura per una traduzione balorda!

domenica 2 giugno 2013

L'inganno della morte (scritto da Guglielmo Scilla)

Appena finito. Allora, diciamo che l'ho comprato per vari motivi. Uno: ne avevo sentito parlare in modo positivo. Due: mi piaceva un sacco la copertina. Tre: è scritto da un ragazzo giovane. Quattro: avevo visto i video di questo ragazzo giovane. Sì sì, mi erano piaciuti, altrimenti non sarebbe stato uno dei motivi! Solo a casa mi sono accorta che in realtà non sapevo esattamente di cosa parlasse, quale fosse la trama. In ogni caso mi aveva attirato in libreria, e una serie di eventi ha fatto in modo che avessi la possibilità di acquistarlo. Per la Festa delle Fiamme, nove ragazzi vengono sorteggiati e con indosso ognuno il proprio costume (legato alla leggenda che sorregge questa usanza) dovranno sfidarsi. Chi arriva al braciere di Tolomeo e riesce ad accenderlo con la propria fiaccola, vince. Ovviamente ci sono ostacoli di ogni sorta all'interno del villaggio. Questo è il palio, e Daniel viene sorteggiato. In realtà è stata la nonna (adoro questo personaggio, anche se per ovvie motivazioni che capirete non è molto presente!). Lui ne è felice quanto Valentino Rossi dopo che Bautista oggi l'ha preso per un birillo e l'ha steso alla seconda curva del primo giro...(sì, seguo la motogp e sono incavolata nera). Comunque, la supernonna gli ha preparato il suo costume e lui non può far altro che stare al gioco. È nella gilda più sfigata (a detta loro) ma vince. No non picchiatemi, non è un vero e proprio spoiler, perché la storia non è concentrata su questo aspetto, solo inizialmente diciamo. Daniel vince il palio, festeggia e muore. Un incidente? non sembra. In ogni caso si ritrova in questo altro mondo. Il mondo dei morti. Dovrà affrontare anche qui varie prove, conoscere un universo che lui credeva completamente diverso, e sarà seguito da tre Guide. Conoscerà altre anime, e scoprirà che c'è qualcosa di più grande nascosto dietro alla sua morte. Demoni, sotterfugi, tante e tante domande. E tante bugie. Così Daniel è alla ricerca della verità, ma non sarà solo nel suo "viaggio". Non è solo perché trova come alleati altre anime giovani come lui. Però io credo che in realtà Daniel sia effettivamente solo. Positivamente. Quando leggevo avevo la sensazione che, oltre al capire cosa stesse accadendo insieme alle sue nuove amicizie, avesse bisogno di capire se stesso. Implicitamente però. Accidenti, mi accorgo di non riuscire a spiegarmi. Diciamo che Daniel è illuminato di luce propria, gli altri personaggi noi li vediamo soprattutto con luce riflessa. Diciamo un po' meno intensi. Sempre in senso positivo, sì. L'ho trovato un bel libro. Ammetto che inizialmente ero un pochino-ino-ino scettica (le scuse a Guglielmo!), però sbagliavo. Ok, noi lo conoscevamo per altri motivi e non per la scrittura, ma cosa significava? Effettivamente nulla. Perché il mondo che ha creato è davvero una scintilla. Si legge bene (forse giusto nella parte iniziale alcune frasi mi suonavano a volte ridondanti, magari con una parola di troppo, ma è solo mio gusto personale ovviamente!) e i personaggi sono vivi. Uhm, sì dai sembra un gioco di parole visto che parliamo di persone che sono morte nella storia, ma dai, mi avete capito. E anche l' "Oltretomba" che ha scaturito non è niente male. Inoltre ti fa incuriosire, ti lascia delle mollicole di pane che ti chiedi dove accidenti ti porteranno! Che adoro la nonna l'ho già detto. Inoltre mi è sembrato che Daniel fosse davvero reale. Si comporta e dice cose che effettivamente sono molto più reali di altre che spiattellano i soliti eroi. È umano. Nutre dei dubbi, a volte un po' di stizza per i successi degli altri che lui ancora non è riuscito a raggiungere, ma senza malizia. Insomma è uno di noi! E poi l'ironia non manca, e a volte mi trovavo a ridere, anche perché leggevo la frase e magicamente nella mia testa era la voce di Guglielmo a dirla! Voglio dire che si riconosce il suo stile, ed è una bella cosa.
Io spero ci sia un seguito. No davvero, deve esserci. Ci sono troppe domande e situazioni in sospeso!
Ah! Poi un altro personaggio che mi piace davvero molto: Cybele. La incontra quando è ancora vivo, una ragazzina bianca come la calce con iridi rosse, e la rincontrerà da morto. Un personaggio che mi piace per il suo osservare. Non voglio dirvi di più altrimenti svelo troppo. Poi adoro come si inseriscano nomi mitologici. Insomma è stata una bella scoperta. Quindi leggetelo se vi capita.

lunedì 27 maggio 2013

Il grande Gatsby (scritto da F.S. Fitzgerald)

Titolo originale: The great Gatsby

Lo lessi qualche anno fa. Fu un regalo, molto gradito. Mi piace quando mi regalano i libri! L'ho riletto perché ho visto il film che è uscito da poco (sono una fan di Di Caprio!). Mi è piaciuto, ma ho sentito il bisogno di rileggere, come dire....l'originale! Quando lo lessi la prima volta, rimasi stupita. Non mi aspettavo mi sarebbe piaciuto così tanto. E rileggendolo non mi ha deluso. Il suo cinismo mi ha rapito. È scritto in prima persona, da Nick Carraway. Nick si trasferisce nel West Egg. Ha una casa modesta, e al di là della baia vive la cugina, Daisy, sposata con un suo vecchio compagno di università: Tom. Siamo nei ruggenti anni '20, e la visione della storia che vuole dare il nostro Nick è senza giudizio. Sappiamo tutti che è impossibile, anche lui, quindi io preferisco dire che lui sembra cerchi di non avere PRE-giudizi. Comunque, di fianco alla sua modesta dimora si erge una sorta di castello, con un giardino perfetto, e dove per tutta l'estate si festeggia alla grande. Davvero, feste grandiose dove praticamente tutti gli invitati non sono invitati. Sono imbucati. Quasi nessuno conosce il proprietario di casa di persona, e circolano varie voci su chi sia in realtà e cosa abbia fatto nella sua vita. Lui è Jay Gatsby. Contrariamente a tutti gli altri, Nick riceve un invito per una di queste famose feste, e conosce così il suo vicino. Gatsby è come avvolto da un alone di mistero, e sembra che con quel suo sorriso riesca davvero a conquistare qualsiasi persona. Spesso Nick si accorge che Jay gli sta raccontando qualcosa che non è reale, ma capisce anche come mai riesca a convincere sempre tutti. Per tutto il racconto i suoi sentimenti per Gatsby sono contrastanti. Non sopporta il suo modo di pensare, le sue conoscenze, e a volte è davvero infastidito da alcuni suoi comportamenti. D'altra parte, lo ammira e lo capisce. A volte vorrebbe andarsene e lasciarlo solo, altre vorrebbe dargli una pacca sulla spalla e complimentarsi. Il fatto è che questo ragazzo che sembra esser diventato ricco dal nulla, ha uno scopo. No, chiamiamolo sogno. Un sogno nel quale ripone tutta la sua speranza. Daisy. Sì, quella piccola viziata menefreghista e sbadata ragazza. Non svelo di più altrimenti vi svelo tutto il libro. In ogni caso mi piace davvero molto come è scritto. Le metafore, le frasi, i dialoghi. A volte rileggendolo trovavo frasi sottolineate e piccoli appunti di fianco. Mi ha colpito davvero molto. E ho subito adorato Gatsby. Anche Nick non è male. Sono ironici, cinici. E ti ritrovi in mezzo agli sbalzi di opinione che Nick ha verso Jay. Io credo che leggendolo, non si possa rimanere immuni al fascino di questi personaggi. Di questi anni. Di questa storia romantica senza essere diabetica, e trasudante speranza. Una speranza in un sogno appartenente al passato. Insomma, lo consiglio, sì.
Ho letto ultimamente articoli sul film, appunto, di Baz Luhrmann. Dicono che non mette in risalto la storia d'amore, che le feste sono una copia del film Romeo+Giulietta, che è una sorta di flop insomma. Io non credo proprio. La storia arriva dritta al cuore, come arriva dal libro. Certo, in maniera diversa, ma non è questo il punto. Nel film ho amato le riprese vertiginose iniziali, e l'attenzione a piccoli particolari descritti nel libro, a frasi riportate fedelmente, ma soprattutto quali frasi. Secondo il mio modesto parere, è stato un bell'omaggio. E non mi sembra che le feste siano state così esagerate. Nel libro le descrive feste esagerate. Ecco, forse nel film Nick è descritto soprattutto quando è pro-Gatsby, mentre nel libro forse è più il contrario. Ma riflettiamo un attimo. Leggiamo il titolo. Il grande Gatsby. La storia la vuole raccontare Nick, e nel farlo non riporta mai che qualcuno lo chiamasse con questo appellativo: grande. È quindi una sua scelta descriverlo nel titolo come grande. Pensandoci, il titolo si può leggere in due modi. Un pò come l'atteggiamento che ha verso Gatsby in tutto il romanzo. Descrive in modo vero. Semplice. Non facile, badate, ma semplice. Dritto al punto. Senza paura. Merita davvero di essere un classico.

P.S.: Credo che Leonardo Di Caprio abbia capito Gatsby. È stato magnifico nell'interpretarlo. Diciamo che all'inizio ero un po' come Nick: Di Caprio è il mio attore preferito, ma sarebbe riuscito a dar davvero vita a uno dei miei personaggi preferiti? La risposta è stata sì. Beh, un grazie anche al regista aggiungerei.
Seconda cosa. Ci sono davvero perle di vita in questo romanzo.