giovedì 27 giugno 2013

Racconti dell'età del jazz (scritti da F. S. Fitzgerald)

Titolo originale: Tales of the Jazz Age

Raccolta di racconti di Fitzgerald. Sono tutti stati pubblicati precedentemente e separatamente, in anni e riviste diversi. Poi li ha riuniti in un unico volume con una piccola introduzione prima di ognuno. Se prima pensavo di amare Il grande Gatsby, ora so che amo proprio la scrittura e l'essere di Fitzgerald. "È un genio!... No fantastico!... Graaaande!" questo pensavo sogghignando mentre leggevo anche solo l'introduzione di poche righe da lui scritta. E i racconti...pazzeschi. Ritornano (o meglio, questi sono precedenti, quindi diciamo che iniziano ad esserci) i temi che già avevo intercettato in Gatsby. I personaggi femminili, il proibizionismo, l'alcol e le feste. L'amore, l'uomo disperato, la società e come è l'essere umano. A volte il peggio, a volte il meglio. Ogni racconto ha il suo fascino, e mi son sentita bene leggendoli. Bene perché mi sembrava che chi avesse scritto quei racconti, sempre e comunque aveva qualcosa da dire, e fosse lì. E quando scoprivo gli aneddoti dalle introduzioni, capivo che era davvero così. E che avrei davvero voluto conoscerlo. Mi sarei troppo divertita! Vorrei citare ad esempio le righe che precedono il racconto La vasca azzurra:

«Scrive per qualche rivista?» chiese la ragazza.
«Oh, certo» dissi. «Ho pubblicato alcuni racconti e commedie sullo "Smart Set", per esempio...»
La ragazza rabbrividì.
«Lo "Smart Set"!» esclamò. «Ma come è possibile! Un giornale che pubblica tutta quella robaccia su ragazze nelle vasche da bagno azzurre e scemenze del genere...»
Ebbi allora la gioia sublime di dirle che si riferiva probabilmente alla Vasca Azzurra uscito proprio sullo "Smart Set" parecchi mesi prima.

Come si fa a non stimarlo?! È perfetto anche nelle parole e nella forma che sceglie!
Di seguito vi scrivo i racconti che sono presenti in questo volume, e sì, alcuni li riconoscerete!

-Il fannullone
-La parte posteriore del cammello
-Primo maggio
-La vasca azzurra
-Il diamante grosso come l'Hotel Ritz
-Il caso singolare di Benjamin Button (sì, intendevo questo!)
-Tarquinio a Cheapside
-La strega dai capelli rossicci
-La feccia della felicità
-Il signor Icky
-Jemina, ragazza di montagna

Consiglio vivamente quindi di leggerli, perché credo che davvero ci si perda qualcosa non facendolo.   

sabato 8 giugno 2013

La casa stregata e L'orrore a Red Hook (scritti da Howard P. Lovecraft)

Titolo originale: The shunned house; The horror at Red Hook

Sono due racconti di Lovecraft che ho trovato stampati assieme. Il primo è raccontato in prima persona, mentre il secondo in terza. In tutti e due sono protagonisti, oltre a forze sovrannaturali e demoniache, delle strutture. In La casa stregata è ovviamente una casa. Sembra che chiunque ci abbia vissuto sia deperito e poi morto. E così il protagonista, insieme allo zio, vuole capire cosa si nasconde dietro queste dicerie. Quello che mi ha colpito è stato lo scetticismo del protagonista. C'è quindi una spiegazione scientifica per quel che vede. Ammette che è qualcosa di soprannaturale, ma ci trova anche una spiegazione chimica. Ed è proprio questa la sua arma. Nel secondo racconto invece il protagonista è un poliziotto che davanti alle mura di un alto palazzo inizia a urlare e a comportarsi in modo strano. Questo a causa di un vecchio caso nel quale si trovò coinvolto, dove appunto si parla anche di Red Hook un casermone di mattoni, dove personaggi strani e strane scritti e rituali prendono forma. Anche in questo caso lui non ha potuto raccontare tutta la verità sulla sua terrorizzante esperienza, poiché non sarebbe stato creduto. E forse tutti e due volevano dimenticare. Inoltre in tutti e due i racconti si fa accenno ad Edgar Allan Poe. Ho anche apprezzato in La casa stregata, quando si fanno cenni a Exeter, e a certe credenze....ricordate? Dracula, sì! E infatti chi muore in quella casa, muore dopo essersi "sciupato", dopo aver sofferto di una strana anemia.
Mi ha colpito anche l'amore per i dettagli (anche storici o bibliografici) e appunto la puntigliosità (esiste questa parola?!) scientifica e chimica. Però devo ammettere che in generale, non mi ha colpito abbastanza. Mi ha attratto, ma dopo averlo letto non mi ha riempito tanto quanto altri libri o racconti che ho letto. Forse dovrei rileggerli più avanti, in un altro momento. Ah, inoltre è importante la traduzione. Una volta mia sorella lesse un libro e non le piacque per nulla. Poi lo trovò con un'altra traduzione e curiosa lo rilesse. Le piacque molto! Per questo avviso anche voi: cercate di capire se è o meno una buona traduzione, non si sa mai! Ci potremmo perdere delle perle di letteratura per una traduzione balorda!

domenica 2 giugno 2013

L'inganno della morte (scritto da Guglielmo Scilla)

Appena finito. Allora, diciamo che l'ho comprato per vari motivi. Uno: ne avevo sentito parlare in modo positivo. Due: mi piaceva un sacco la copertina. Tre: è scritto da un ragazzo giovane. Quattro: avevo visto i video di questo ragazzo giovane. Sì sì, mi erano piaciuti, altrimenti non sarebbe stato uno dei motivi! Solo a casa mi sono accorta che in realtà non sapevo esattamente di cosa parlasse, quale fosse la trama. In ogni caso mi aveva attirato in libreria, e una serie di eventi ha fatto in modo che avessi la possibilità di acquistarlo. Per la Festa delle Fiamme, nove ragazzi vengono sorteggiati e con indosso ognuno il proprio costume (legato alla leggenda che sorregge questa usanza) dovranno sfidarsi. Chi arriva al braciere di Tolomeo e riesce ad accenderlo con la propria fiaccola, vince. Ovviamente ci sono ostacoli di ogni sorta all'interno del villaggio. Questo è il palio, e Daniel viene sorteggiato. In realtà è stata la nonna (adoro questo personaggio, anche se per ovvie motivazioni che capirete non è molto presente!). Lui ne è felice quanto Valentino Rossi dopo che Bautista oggi l'ha preso per un birillo e l'ha steso alla seconda curva del primo giro...(sì, seguo la motogp e sono incavolata nera). Comunque, la supernonna gli ha preparato il suo costume e lui non può far altro che stare al gioco. È nella gilda più sfigata (a detta loro) ma vince. No non picchiatemi, non è un vero e proprio spoiler, perché la storia non è concentrata su questo aspetto, solo inizialmente diciamo. Daniel vince il palio, festeggia e muore. Un incidente? non sembra. In ogni caso si ritrova in questo altro mondo. Il mondo dei morti. Dovrà affrontare anche qui varie prove, conoscere un universo che lui credeva completamente diverso, e sarà seguito da tre Guide. Conoscerà altre anime, e scoprirà che c'è qualcosa di più grande nascosto dietro alla sua morte. Demoni, sotterfugi, tante e tante domande. E tante bugie. Così Daniel è alla ricerca della verità, ma non sarà solo nel suo "viaggio". Non è solo perché trova come alleati altre anime giovani come lui. Però io credo che in realtà Daniel sia effettivamente solo. Positivamente. Quando leggevo avevo la sensazione che, oltre al capire cosa stesse accadendo insieme alle sue nuove amicizie, avesse bisogno di capire se stesso. Implicitamente però. Accidenti, mi accorgo di non riuscire a spiegarmi. Diciamo che Daniel è illuminato di luce propria, gli altri personaggi noi li vediamo soprattutto con luce riflessa. Diciamo un po' meno intensi. Sempre in senso positivo, sì. L'ho trovato un bel libro. Ammetto che inizialmente ero un pochino-ino-ino scettica (le scuse a Guglielmo!), però sbagliavo. Ok, noi lo conoscevamo per altri motivi e non per la scrittura, ma cosa significava? Effettivamente nulla. Perché il mondo che ha creato è davvero una scintilla. Si legge bene (forse giusto nella parte iniziale alcune frasi mi suonavano a volte ridondanti, magari con una parola di troppo, ma è solo mio gusto personale ovviamente!) e i personaggi sono vivi. Uhm, sì dai sembra un gioco di parole visto che parliamo di persone che sono morte nella storia, ma dai, mi avete capito. E anche l' "Oltretomba" che ha scaturito non è niente male. Inoltre ti fa incuriosire, ti lascia delle mollicole di pane che ti chiedi dove accidenti ti porteranno! Che adoro la nonna l'ho già detto. Inoltre mi è sembrato che Daniel fosse davvero reale. Si comporta e dice cose che effettivamente sono molto più reali di altre che spiattellano i soliti eroi. È umano. Nutre dei dubbi, a volte un po' di stizza per i successi degli altri che lui ancora non è riuscito a raggiungere, ma senza malizia. Insomma è uno di noi! E poi l'ironia non manca, e a volte mi trovavo a ridere, anche perché leggevo la frase e magicamente nella mia testa era la voce di Guglielmo a dirla! Voglio dire che si riconosce il suo stile, ed è una bella cosa.
Io spero ci sia un seguito. No davvero, deve esserci. Ci sono troppe domande e situazioni in sospeso!
Ah! Poi un altro personaggio che mi piace davvero molto: Cybele. La incontra quando è ancora vivo, una ragazzina bianca come la calce con iridi rosse, e la rincontrerà da morto. Un personaggio che mi piace per il suo osservare. Non voglio dirvi di più altrimenti svelo troppo. Poi adoro come si inseriscano nomi mitologici. Insomma è stata una bella scoperta. Quindi leggetelo se vi capita.