Lo lessi qualche anno fa. Fu un regalo, molto gradito. Mi piace quando mi regalano i libri! L'ho riletto perché ho visto il film che è uscito da poco (sono una fan di Di Caprio!). Mi è piaciuto, ma ho sentito il bisogno di rileggere, come dire....l'originale! Quando lo lessi la prima volta, rimasi stupita. Non mi aspettavo mi sarebbe piaciuto così tanto. E rileggendolo non mi ha deluso. Il suo cinismo mi ha rapito. È scritto in prima persona, da Nick Carraway. Nick si trasferisce nel West Egg. Ha una casa modesta, e al di là della baia vive la cugina, Daisy, sposata con un suo vecchio compagno di università: Tom. Siamo nei ruggenti anni '20, e la visione della storia che vuole dare il nostro Nick è senza giudizio. Sappiamo tutti che è impossibile, anche lui, quindi io preferisco dire che lui sembra cerchi di non avere PRE-giudizi. Comunque, di fianco alla sua modesta dimora si erge una sorta di castello, con un giardino perfetto, e dove per tutta l'estate si festeggia alla grande. Davvero, feste grandiose dove praticamente tutti gli invitati non sono invitati. Sono imbucati. Quasi nessuno conosce il proprietario di casa di persona, e circolano varie voci su chi sia in realtà e cosa abbia fatto nella sua vita. Lui è Jay Gatsby. Contrariamente a tutti gli altri, Nick riceve un invito per una di queste famose feste, e conosce così il suo vicino. Gatsby è come avvolto da un alone di mistero, e sembra che con quel suo sorriso riesca davvero a conquistare qualsiasi persona. Spesso Nick si accorge che Jay gli sta raccontando qualcosa che non è reale, ma capisce anche come mai riesca a convincere sempre tutti. Per tutto il racconto i suoi sentimenti per Gatsby sono contrastanti. Non sopporta il suo modo di pensare, le sue conoscenze, e a volte è davvero infastidito da alcuni suoi comportamenti. D'altra parte, lo ammira e lo capisce. A volte vorrebbe andarsene e lasciarlo solo, altre vorrebbe dargli una pacca sulla spalla e complimentarsi. Il fatto è che questo ragazzo che sembra esser diventato ricco dal nulla, ha uno scopo. No, chiamiamolo sogno. Un sogno nel quale ripone tutta la sua speranza. Daisy. Sì, quella piccola viziata menefreghista e sbadata ragazza. Non svelo di più altrimenti vi svelo tutto il libro. In ogni caso mi piace davvero molto come è scritto. Le metafore, le frasi, i dialoghi. A volte rileggendolo trovavo frasi sottolineate e piccoli appunti di fianco. Mi ha colpito davvero molto. E ho subito adorato Gatsby. Anche Nick non è male. Sono ironici, cinici. E ti ritrovi in mezzo agli sbalzi di opinione che Nick ha verso Jay. Io credo che leggendolo, non si possa rimanere immuni al fascino di questi personaggi. Di questi anni. Di questa storia romantica senza essere diabetica, e trasudante speranza. Una speranza in un sogno appartenente al passato. Insomma, lo consiglio, sì.
Ho letto ultimamente articoli sul film, appunto, di Baz Luhrmann. Dicono che non mette in risalto la storia d'amore, che le feste sono una copia del film Romeo+Giulietta, che è una sorta di flop insomma. Io non credo proprio. La storia arriva dritta al cuore, come arriva dal libro. Certo, in maniera diversa, ma non è questo il punto. Nel film ho amato le riprese vertiginose iniziali, e l'attenzione a piccoli particolari descritti nel libro, a frasi riportate fedelmente, ma soprattutto quali frasi. Secondo il mio modesto parere, è stato un bell'omaggio. E non mi sembra che le feste siano state così esagerate. Nel libro le descrive feste esagerate. Ecco, forse nel film Nick è descritto soprattutto quando è pro-Gatsby, mentre nel libro forse è più il contrario. Ma riflettiamo un attimo. Leggiamo il titolo. Il grande Gatsby. La storia la vuole raccontare Nick, e nel farlo non riporta mai che qualcuno lo chiamasse con questo appellativo: grande. È quindi una sua scelta descriverlo nel titolo come grande. Pensandoci, il titolo si può leggere in due modi. Un pò come l'atteggiamento che ha verso Gatsby in tutto il romanzo. Descrive in modo vero. Semplice. Non facile, badate, ma semplice. Dritto al punto. Senza paura. Merita davvero di essere un classico.
P.S.: Credo che Leonardo Di Caprio abbia capito Gatsby. È stato magnifico nell'interpretarlo. Diciamo che all'inizio ero un po' come Nick: Di Caprio è il mio attore preferito, ma sarebbe riuscito a dar davvero vita a uno dei miei personaggi preferiti? La risposta è stata sì. Beh, un grazie anche al regista aggiungerei.
Seconda cosa. Ci sono davvero perle di vita in questo romanzo.
Ho letto ultimamente articoli sul film, appunto, di Baz Luhrmann. Dicono che non mette in risalto la storia d'amore, che le feste sono una copia del film Romeo+Giulietta, che è una sorta di flop insomma. Io non credo proprio. La storia arriva dritta al cuore, come arriva dal libro. Certo, in maniera diversa, ma non è questo il punto. Nel film ho amato le riprese vertiginose iniziali, e l'attenzione a piccoli particolari descritti nel libro, a frasi riportate fedelmente, ma soprattutto quali frasi. Secondo il mio modesto parere, è stato un bell'omaggio. E non mi sembra che le feste siano state così esagerate. Nel libro le descrive feste esagerate. Ecco, forse nel film Nick è descritto soprattutto quando è pro-Gatsby, mentre nel libro forse è più il contrario. Ma riflettiamo un attimo. Leggiamo il titolo. Il grande Gatsby. La storia la vuole raccontare Nick, e nel farlo non riporta mai che qualcuno lo chiamasse con questo appellativo: grande. È quindi una sua scelta descriverlo nel titolo come grande. Pensandoci, il titolo si può leggere in due modi. Un pò come l'atteggiamento che ha verso Gatsby in tutto il romanzo. Descrive in modo vero. Semplice. Non facile, badate, ma semplice. Dritto al punto. Senza paura. Merita davvero di essere un classico.
P.S.: Credo che Leonardo Di Caprio abbia capito Gatsby. È stato magnifico nell'interpretarlo. Diciamo che all'inizio ero un po' come Nick: Di Caprio è il mio attore preferito, ma sarebbe riuscito a dar davvero vita a uno dei miei personaggi preferiti? La risposta è stata sì. Beh, un grazie anche al regista aggiungerei.
Seconda cosa. Ci sono davvero perle di vita in questo romanzo.